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L’Aceto dei quattro ladri
Presso gli antichi il termine “peste” stava a significare in generale una malattia estremamente contagiosa; non a caso, infatti, veniva definita dal popolo “flagello di Dio”, in quanto quasi sempre i suoi effetti erano devastanti. In tali circostanze ci si difendeva con tutti i mezzi a disposizione in quei tempi, soprattutto con il fuoco bruciando suppellettili ed abitazioni degli appestati, fermo restando il consiglio di Marsilio Ficino, celebre filosofo e medico fiorentino: “Fuggi la peste il più lontano che puoi e torna il più tardi possibile”.
Tra i tanti rimedi proposti dai medici e consigliati dalla medicina popolare per preservarsi dal contagio nel XVIII secolo vi era “l’Aceto dei Quattro Ladri“, composto da un macerato di assenzio, rosmarino, salvia, menta, ruta, lavanda, aglio, cannella e canfora in aceto di vino, tutte sostanze, se ci fate caso, dotate di una pur modesta azione antisettica. Il nome di questo composto deriva dal fatto che quattro ladri condannati a morte per gli innumerevoli furti commessi a danno degli appestati durante l’epidemia di Marsiglia del `700 ebbero salva la vita rivelando all’ autorità medica la composizione di quel miracoloso prodotto che li preservava dal contagio con il quale frequentemente si lavavano le mani e si sciacquavano la bocca.
Si diffusero in seguito varie variazioni della composizione della soluzione:
Per esempio, rosmarino secco, ruta fresca, fiori essiccati di salvia e lavanda, aglio affettato, aceto di vino distillato, chiodi di garofano schiacciati ed infine canfora disciolta in spirito,.
Molto più recentemente si è imposta una formula dell’aceto dei quattro ladri che include le tradizionali salvia, rosmarino, lavanda, timo e aglio con l’aggiunta di menta, ruta, ed assenzio.
La più diffusa prevede l’uso di quattro erbe, appunto una per ogni ladro, anche se le ricette storicamente prevedevano una dodici o più componenti.
In Provenza, viene ancora rivenduto come rimedio per cura della dei capelli e della pelle, per la stanchezza, infezioni delle vie respiratorie, ed anche la rimozione delle loro lendini dei pidocchi.
Leggendo oggi la composizione di questo “prodigioso” medicamento, citato tra I’altro in molti trattati di materia medica di quel tempo, ci viene da sorridere ma purtroppo dobbiamo ammettere che ancora oggi ancora abbiamo pochi strumenti a nostra disposizione per quanto riguarda i mezzi di prevenzione, salvo l’isolamento, cosa che i nostri avi avevano già attuato istituendo i lazzaretti, le mascherine e… lavandosi spesso le mani come quotidianamente raccomandano i mass-media.
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