[corner-ad id=1]Gli esseri umani cambiano il clima e il pianeta e l’attività umana è da considerarsi un processo naturale che incide profondamente su gran parte dei cicli terrestri: l’uomo è una forza globale, al pari del fuoco, dei fulmini e dei vulcani.
L’ossigeno può essere considerato fondamentale per la vita terrestre, ma sembra avere un lato oscuro, è talmente volatile da innescare violente reazioni: la più letale in assoluto è il fuoco.
Molti incendi spontanei divampano allo stesso modo con la scintilla scoccata da un fulmine caduto dal cielo. Osservando un incendio si assiste al rilascio dell’energia solare trattenuta dalla vegetazione per centinaia di anni: il materiale organico conservato negli arbusti per secoli e secoli si trasforma dunque subito in cenere. Le fiamme eliminano anche gli organismi morti e malati che abitano nella foresta, restituendo i minerali che contengono al terreno.
Visto in questo modo il fuoco diventa un meraviglioso processo di rigenerazione e rinascita. Grazie ai satelliti artificiali specializzati, dallo spazio è possibile vedere gli effetti del fuoco sul pianeta: ad ogni incendio segue un impulso alla rinascita. Gli incendi spontanei preservano la salute di molti habitat della terra ed ecosistemi che altrimenti stagnerebbero vengono invece rigenerati.
Se si osserva la notte, vista dallo spazio, il buio è squarciato dai fulmini, e gli astronauti della stazione spaziale internazionale restano spesso stupiti dall’intensità e dalla frequenza delle tempeste elettriche che, si sviluppano sotto i loro occhi.
Da ogni nube temporalesca si solleva una gigantesca colonna di cariche elettriche: questa forza invisibile si muove alla velocità della luce verso lo strato più esterno dell’atmosfera.
Questo strato prende il nome di ionosfera, un velo sottile composto in gran parte da idrogeno ed elio: ora per la prima volta si può assistere all’interazione tra le cariche elettriche ed il campo rarefatto della ionosfera.
La ionosfera agisce come un conduttore di elettricità distribuendo le cariche su tutta la superficie del globo: ora sappiamo con certezza che, senza questa circolazione globale di elettricità, la vita sulla terra non sarebbe possibile. Ciò è dovuto ad una spettacolare reazione chimica che avviene all’interno della nube temporalesca al momento che si produce il fulmine.
Infatti le cariche elettriche all’interno della nube aumentano fino a diventare talmente forti, da scindere l’aria in ioni: si forma quindi un minuscolo canale in cui può fluire la corrente elettrica.
Nel giro di un millesimo di secondo si scatena il fulmine: all’inizio è poco più spesso di un pollice eppure è più caldo di cinque volte della superficie solare, e bruciando, scinde le molecole di azoto presenti nell’aria. Le particelle di azoto e di ossigeno si legano creando una sostanza chiamata nitrato di azoto.
Circa 14.000 tonnellate di nitrato viaggiano ogni giorno negli strati superiori dell’atmosfera e cadono sulla terra sotto forma di pioggia. Il nitrato è essenziale per ogni forma di vita, dalla fotosintesi delle piante alla respirazione degli organismi più complessi: il nitrato avvia una serie di importanti reazioni chimiche negli esseri viventi da milioni di anni.
Guardando la terra dei satelliti dunque, emerge un intricato meccanismo che definisce ogni singolo istante della nostra vita ed innesca ogni singolo battito di ogni cuore del pianeta.
C’è anche un’altra importantissima componente del sistema, ovvero il profondo ed innegabile effetto sul pianeta di una particolare specie animale: la razza umana.
L’umanità dunque è l’ultimo grande fenomeno naturale, la conseguenza diretta di un sistema che ha creato e sostentato la vita per 3 miliardi e mezzo di anni; intelligenza umana si è evoluta ed è stato questo a permette al genere umano di intervenire sugli antichi processi della terra.
L’uomo ha trasformato il pianeta, sfruttando il complesso sistema che lo ha prodotto, è riuscito persino ad allargare lo sguardo verso lo spazio.
Solo ora stiamo finalmente cominciando a capire come funziona il mondo e qual è il nostro ruolo sulla terra. Questo momento è cruciale della storia della vita sul pianeta: guardando il mondo dai satelliti ci si è accorti di essere diventati anche noi una forza globale. Infatti il genere umano produce ormai più nitrato dei fulmini, immette più zolfo e rilascia nell’atmosfera più anidride carbonica di quanta ne assorbe l’Amazzonia: le città generano polveri, innescano tempeste elettriche e condizionano le precipitazioni.
Vista dallo spazio l’influenza del genere umano è spettacolare, ma deve essere considerata un processo naturale: infatti i gas rilasciati da navi, aeroplani, auto e centrali energetiche sono causati da un animale che la terra stessa prodotto.
Ma l’uomo però ha una responsabilità: a differenza dei vulcani, dei movimenti delle correnti oceaniche, dell’ossigeno prodotto dalle foreste e della fioritura di plancton, lui dispone del libero arbitrio.
I satelliti permettono non solo di comprendere l’impatto umano sul mondo, ma anche di prendere decisioni consapevoli, in merito all’eccessivo consumo delle risorse terrestri: i suoi occhi nello spazio dovrebbero aiutare dunque a preservare l’equilibrio e rendere possibile la sopravvivenza del mondo naturale.
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